C’è un detto romano che afferma “tutte le strade portano a Roma”, in questo articolo mi approprierò di tale detto rendendolo “ecclesiastico”, affermando che “tutte le strade portano all’illegittimità di Francesco”. Perché questo? Perché sin dalla sua elezione al Soglio Pontificio sono saltate fuori inchieste e dettagli canonico-teologici che affermano con chiarezza che la sua elezione e consequenzialmente il suo papato sono invalidi da un punto di vista del Diritto Canonico. Abbiamo 4 strade diverse ma molto simili fra loro che portano all’invalidità canonica di Francesco; prima fra queste è la strada dell’invalidità dell’abdicazione di Benedetto XVI, tale teoria canonica si trova in libri divenuti dei veri e propri bestseller come “Codice Ratzinger” del giornalista Andrea Cionci, “Pietro dove sei?” di Don Alessandro Minutella, “Benedetto XVI, Papa Emerito?” dell’avvocatessa Estefania Acosta, “Il vero Papa è ancora Benedetto XVI” e “Non c’è un vero Papa dalla morte di Benedetto XVI” del teologo Carlo M. Pace.

Tutti questi scritti affermano che attraverso degli errori del Diritto Canonico riscontrati nella Declaratio con cui Benedetto XVI annunciò le sue dimissioni nel lontano febbraio 2013 avrebbero reso invalido il suo ritiro, invalido il conclave convocato ed il conseguente “eletto”. Nel sostegno di questa inchiesta esistono due fazioni, i primi che ritengono Benedetto coscientemente non abdicatario e con un preciso piano di divisione e scisma tra la Chiesa di Cristo e la chiesa dell’Anticristo, che nei successivi 9 anni di papato emerito avrebbe comunicato dalla sede impedita (prevista dal can. 412) con un linguaggio in codice, anche ribattezzato dal giornalista A. Cionci “Codice Ratzinger”, che lui è sempre stato il vero Papa Romano facendo comprendere, sempre in chiave di linguaggio in codice, che Bergoglio sedeva sul Trono Petrino illecitamente, e che per di più fosse antagonista alla fede cattolica (cosa sul quale concordiamo tutti unanimemente). I secondi invece (molto diffusi in America) ritengono che Benedetto fosse incoscientemente non abdicatario, e che non fosse consapevole di aver “creato in laboratorio un’Antipapa”. Addirittura accusano di modernismo spirituale e teologico il Pontefice defunto affermando che, in una progressista idea di papato allargato, avrebbe involontariamente creato un’Antipapa, rimanendo però de iure soltanto lui il vero Papa, ma non avendone però consapevolezza alcuna visto un certo modernismo, età ed incompetenza in ambito della lingua latina (con cui scrisse la Declaratio) ed in Diritto Canonico.

Terminate qui le inchieste che affermano l’invalidità dell’abdicazione di Benedetto, troviamo tante altre teorie/inchieste interessanti. La seconda strada è quella che personalmente definisco “La via di San Gallo”. In codesta teoria si afferma che l’abdicazione di Benedetto fosse canonicamente valida, ma il seguente conclave ed “eletto” no, perché? Stando alle dichiarazioni fatte dall’ormai defunto cardinale arcivescovo di Bruxelles Godfried Danneels nel suo libro Biographie (2016), esso afferma che all’interno della Chiesa, da decenni ormai, esiste un gruppo segreto riformista composto da cardinali, arcivescovi e potenti uomini di Chiesa che hanno tramato contro Papa Giovanni Paolo II prima e contro Benedetto XVI dopo affinché si togliessero di mezzo perché rimasti garanti di quella poca fede cattolica rimasta in vita dopo il distruttivo Concilio Ecumenico Vaticano II. E, come dichiarato dal cardinale, il cavallo di battaglia al conclave sin dal 2005 era proprio l’arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, che casualmente nel 2013 salta fuori come un coniglio dal cilindro del mago. Questo gruppo riformista segreto all’interno del Corpo Mistico di Cristo è stato definito dal card. Danneels “Una Mafia”, più precisamente la “Mafia di San Gallo”. Perché proprio San Gallo? Il defunto cardinale all’epoca spiegò di come i componenti di questo gruppo/mafia si riunisse nella località svizzera di San Gallo non solo per tramare ai danni dei pontefici di quel tempo, ma anche per provvedere ad eleggere al Sacro Soglio “uno di loro”, che portasse avanti con sfacciataggine e blasfemia ogni pensiero, dottrina e teologia che si promuovesse all’interno del “bel gruppetto”. Qui però non solo si parla di una Mafia per come la intendiamo noi comuni mortali, ma si parla di qualcosa di molto più malvagio ed oscuro in ambito spirituale. Quando si parla di gruppi segreti all’interno delle istituzioni più importanti e di riti e dottrine spirituali ben specifiche all’interno di essi cosa vi viene in mente? A me, come a tutti i normo-ragionanti, la massoneria, che però sappiamo benissimo essere contro Cristo, la Chiesa ed il Papato sin dalla sua nascita sociale. Dunque, un gruppetto massonico-mafioso interno al Vaticano che intende annientare la Chiesa dall’interno, ma come fare per compiere tali progetti se non mettendo un Pontefice (o presunto tale) con la loro stessa spiritualità ed intenzioni a capo della Chiesa di Cristo? Chiaramente questa è la “furbata” del secolo, mi torna alla mente la manifestazione di commemorazione tenuta nei primi decenni del secolo scorso in onore di Giordano Bruno da un gruppo di massoni, che nella commemorazione sventolavano con fierezza e blasfemia un manifesto con riportato il disegno di Satana che schiaccia sotto di sé San Michele Arcangelo con su scritto “Entreremo in Vaticano”. Ebbene, cosa di più profetico? La massoneria è davvero entrata totalmente in Vaticano e lo sta annientando dall’interno, realizzando così ciò che auspicava il manifesto sventolato dai massoni per Giordano Bruno.

Spiegata cosa è la Mafia di San Gallo vi domanderete, “come invalida l’elezione di Bergoglio?” Risponde a questo quesito la Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II chiamata “Universi Dominici Gregis”, che agli articoli 80, 81, 82 e 83 sancisce quanto segue: Articolo 80; “Allo stesso modo, voglio ribadire ciò che fu sancito dai miei Predecessori, allo scopo di escludere ogni intervento esterno nell’elezione del Sommo Pontefice. Perciò nuovamente, in virtù di santa obbedienza e sotto pena di scomunica latae sententiae, proibisco a tutti e singoli i Cardinali elettori, presenti e futuri, come pure al Segretario del Collegio dei Cardinali ed a tutti gli altri aventi parte alla preparazione ed alla attuazione di quanto è necessario per l’elezione, di ricevere, sotto qualunque pretesto, da qualsivoglia autorità civile l’incarico di proporre il veto, o la cosiddetta esclusiva, anche sotto forma di semplice desiderio, oppure di palesarlo sia all’intero Collegio degli elettori riunito insieme, sia ai singoli elettori, per iscritto o a voce, sia direttamente e immediatamente sia indirettamente o a mezzo di altri, sia prima dell’inizio dell’elezione che durante il suo svolgimento. Tale proibizione intendo sia estesa a tutte le possibili interferenze, opposizioni, desideri, con cui autorità secolari di qualsiasi ordine e grado, o qualsiasi gruppo umano o singole persone volessero ingerirsi nell’elezione del Pontefice.” Segue l’articolo 81: “I Cardinali elettori si astengano, inoltre, da ogni forma di patteggiamenti, accordi, promesse od altri impegni di qualsiasi genere, che li possano costringere a dare o a negare il voto ad uno o ad alcuni. Se ciò in realtà fosse fatto, sia pure sotto giuramento, decreto che tale impegno sia nullo e invalido e che nessuno sia tenuto ad osservarlo; e fin d’ora commino la scomunica latae sententiae ai trasgressori di tale divieto. Non intendo, tuttavia, proibire che durante la Sede Vacante ci possano essere scambi di idee circa l’elezione.” Segue l’articolo 82: “Parimenti, vieto ai Cardinali di fare, prima dell’elezione, capitolazioni, ossia di prendere impegni di comune accordo, obbligandosi ad attuarli nel caso che uno di loro sia elevato al Pontificato. Anche queste promesse, qualora in realtà fossero fatte, sia pure sotto giuramento, le dichiaro nulle e invalide.” Termina con l’articolo 83 che dichiara: “Con la stessa insistenza dei miei Predecessori, esorto vivamente i Cardinali elettori a non lasciarsi guidare, nell’eleggere il Pontefice, da simpatia o avversione, o influenzare dal favore o dai personali rapporti verso qualcuno, o spingere dall’intervento di persone autorevoli o di gruppi di pressione, o dalla suggestione dei mezzi di comunicazione sociale, da violenza, da timore o da ricerca di popolarità. Ma, avendo dinanzi agli occhi unicamente la gloria di Dio ed il bene della Chiesa, dopo aver implorato il divino aiuto, diano il loro voto a colui che anche fuori del Collegio Cardinalizio avranno giudicato idoneo più degli altri a reggere con frutto e utilità la Chiesa universale.”

Queste sono le norme sancite da Papa Wojtyla nella Universi Dominici Gregis al fine di regolare l’elezione di un Successore di San Pietro. Il Santo Padre in poche parole afferma che “i cardinali debbono astenersi dall’attuare inciuci pre-conclave” al fine di fare eleggere “uno di loro”, altrimenti il conclave e la conseguente elezione dell’individuo “dei loro” risulterà nulla e invalida. Ecco che, abbiamo certezza dalle dichiarazioni del cardinale defunto Danneels che esiste da decenni un gruppo mafioso in odore di massoneria ecclesiastica che ha complottato contro dei pontefici garanti del depositum fidei al fine di eleggere uno di loro affinché facesse la rivoluzione ereticale, blasfema ed apostatica da loro auspicata. Peccato per loro che, andando contro le norme stabilite dalla Universi di Papa Wojtyla, hanno reso il conclave e l’elezione stessa di Bergoglio nulla e invalida in quanto pianificata a tavolino in un tempo pre-conclavistico.

Spero abbastanza soddisfatti anche della seconda via, ecco che approdiamo alla terza, che rientra sempre in una questione canonica abbastanza particolare. Questa è la strada di Socci, un saggista che scrisse il libro “Non è Francesco, la Chiesa nella grande tempesta” (2014) in cui l’autore afferma che ci sono state irregolarità nella procedura di votazione per Francesco. Ma cosa afferma Socci? La sua tesi canonica si fonda su un resoconto relativo al conclave della giornalista argentina Elisabetta Piqué, dove si legge, a proposito della quinta votazione che elesse Papa Francesco: «Dopo la votazione e prima della lettura dei foglietti, il cardinale scrutatore, che per prima cosa mescola i foglietti deposti nell’urna, si accorge che ce n’è uno in più: sono 116 e non 115 come dovrebbero essere. Sembra che, per errore, un porporato abbia deposto due foglietti nell’urna: uno con il nome del suo prescelto e uno in bianco, che era rimasto attaccato al primo. Cose che succedono. Niente da fare, questa votazione viene subito annullata, i foglietti verranno bruciati più tardi senza essere stati visti, e si procede a una sesta votazione». Dunque Socci conclude che l’elezione è stata nulla e invalida per i due seguenti motivi; Primo, perché, anziché annullare la votazione, si sarebbe dovuto procedere comunque allo scrutinio, che avrebbe potuto dare un esisto diverso dall’elezione del cardinale Bergoglio. Secondo, perché si procedette subito alla sesta votazione, mentre si sarebbe dovuto attendere il giorno dopo. In merito a ciò, rifacendosi anch’esso alla Costituzione Universi Dominici Gregis testimonia e afferma che Bergoglio non è stato validamente eletto Papa, e che dunque, l’ultimo legittimo Vicario di Cristo è stato Benedetto XVI.

La quarta strada ci fa’ entrare nella Teologia più pura, ed è comunemente chiamata “la strada dell’eresia”. Supponiamo dunque che tutte le teorie viste precedentemente fossero un’invenzione o uno stravolgimento del Diritto Canonico e approdiamo per un momento nell’iniziale, ma solo tale, validità del pontificato di Francesco. Ecco che in questo decennio i normo-cattolici si sono accorti che Francesco è alquanto contro la dottrina di sempre e stravolge tutto in nome di un avvicinamento al mondo, dimenticandosi delle parole di San Paolo “Non conformatevi a questo mondo”. In nome di tale rivoluzione della Chiesa, Francesco è arrivato ad aprire alla possibilità della concessione del Corpus Christi ai divorziati e risposati, che dalla Sacra Scrittura e dal Magistero bimillenario della Chiesa sappiamo benissimo essere uno status peccaminoso talmente grande da non poter permettere a colui che si trova in tale situazione di poter accedere alla Santa Comunione. Questa possibilità è stata aperta con Amoris Laetitia, esortazione apostolica di Francesco, libro con opinioni molto discusse dai famosi 4 cardinali che esposero per lettera dei dubia a Bergoglio, lettera a cui tutt’oggi questi cardinali realmente cattolici non hanno ancora ricevuto risposta. Per non parlare poi delle continue aperture alla setta lgbt chiaramente condannata come gravemente peccaminosa dalla Scrittura e dal Magistero Ecclesiastico di sempre, di cui però a Francesco poco importa. Cosa può importare a lui di accogliere e magari di benedire il secondo dei quattro peccati che gridano vendetta al trono di Dio? (Vedasi Catechismo di San Pio X). L’episodio che ha invece destato più scandalo fra tutti è stata l’intronizzazione di una dea pagana in Vaticano in occasione del Sinodo Amazzonico svoltosi nel 2019. Questa dea altri non è che la famosissima Pachamama, la signora della terra a cui Bergoglio risulta molto più affezionato e adorante rispetto a Dio Trinità. Essa la troviamo nel pantheon pagano andino, a lei vengono offerti in sacrificio degli esseri umani al fine di ottenere prosperità agricole e vitali, e Bergoglio le dedica una processione nella Tomba del Princeps Apostolorum. E chi dei veri cattolici potrebbe mai dimenticare l’estate 2022 in Canada, quando Francesco partecipò pro-attivamente ad un rito pagano-sciamanico compiuto dallo sciamano locale che invocava nient’altri che la Nonna Occidentale affinché desse loro accesso al cerchio degli spiriti. Una cosa molto cristiana insomma. E scavando nella mitologia locale detta dei Navajo, il giornalista Andrea Cionci ha scoperto che il nome Nonna Occidentale è l’appellativo più carino di una dea pagana anch’essa signora della terra che in realtà è conosciuta come Nonna Ragno, che nelle leggende mitologiche vive su un monte composto da ossa umane, e che si nutre di bambini dopo averli catturati con la sua ragnatela diabolica. A quante belle entità è votato Bergoglio eh? Tutte meno il Signore Gesù Cristo, che in più occasioni ha affermato che si fece peccato, serpente e diavolo, che era un uomo sporco e scemo, e che la sua Via Crucis altro non fu’ che un fallimento. Alla luce di tutte queste eresie, prendiamo alla mano il Codice di Diritto Canonico che riguardo agli eretici, apostati e dottrinalmente ed ecclesialmente scismatici dedica il canone 1364 – paragrafo 1 che afferma quanto segue: “L’apostata, l’eretico e lo scismatico incorrono nella scomunica latae sententiae, fermo restando il disposto del can. 194, § 1, n. 2; inoltre può essere punito con le pene di cui nel can. 1336, § 2-4.” Continua al paragrafo 2 affermando: “Se lo richieda la prolungata contumacia o la gravità dello scandalo, possono essere aggiunte altre pene, non esclusa la dimissione dallo stato clericale.” Dunque Francesco, reo di eresia, apostasia e scisma è ritenuto fuori dalla Chiesa, e certamente non solo non più Papa, ma nemmeno più un prete.

Siamo giunti alla fine di questo ricco e prezioso articolo, credo di dover riconfermare quanto detto all’inizio: “Tutte le strade portano all’illegittimità di Francesco”. Certamente non si ha la certezza totale di quale tra queste 4 strade sia la via giusta da seguire, ma è bene per un cattolico laico, sacerdote o teologo che sia, sapere che in ogni caso, Non è Francesco.

12

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *